È Maggio sui roseti
della chiostra,
del cavedio rimurato,
è Maggio
sul bianco terso di risaie,
sullo zincone del pesco quieto,
sui crodati, sulla bussola,
sul tamarillo arsato.
Radiante birlo
nei globuli di Andromeda
il finato linum di lapislazzuli,
neralbo remiga un calabrone,
s’invola dal bosso di bordura.
Sbiocca sul baio stelo
il muzzo refolo di calathea,
si sfiorano gale
sul piancito, di radici
nell’invaso e sul mughetto.
È Maggio,
annotta l’emisfero sui collinari
sul fondo bigio dell’orologio,
contrae l’ovale,
in un’orbita sapiente,
il plenilunio.
Thea Matera ©