Bianco, dispiega
un velo d’alabastro,
su biave cime trasmigra
un nugolo di calle,
s’invola la macolata brezza
sui mirti Secolari.
Si fa denso il frullio nel torso
duole nel costato
l’inserrata piuma,
genuflesso, il capo chino,
solleva l’omero il respiro teso...
placa la fitta nello snodo
il passo s’acquieta
fra i biancospini.
Nasce l’ala breve
nervata di cristalli,
acervo di nevischio
s’apre docile
di luce dai rosoni,
magnifica di grazia
l’aurora sulle vigne.
Thea Matera