Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Potrei, stringerti forte e nulla varrebbe lo spazio tra le dita fino alla morte. Più non vedrei
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Bruma sui colli, Piede in pauta,… Orti e mandorli in fiore, Decantano l’alba senza rumore. Qua e là una lepre salta,
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Fugge la corte il passero inquieto, il suo canto dolente, gli dei han posto il veto. Agita le zampette
Cupido! Un dardo ancora, unico, solo, per confonder la bestia
La verità? Tu non vuoi la verità. La verità è che siamo tutti
l’oro sulle scocche i pioppi che san di sale, le nuvole barocche e il marmo sulle scale. Il feretro, che sembra vivo,
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio