Questo sí vago don, sí nobil cinto,
Simile forse a quel di Citerea
O pur forse a quell’altro onde pendea
La faretra a la vergine di Cinto,
L’uno e l’altro mio cane insieme avvinto
Qui tenga al varco, infin ch’al fonte bea
La fera che di furti e morti è rea
Lasciandolo di sangue asperso e tinto.
Allor n’andranno sciolti a farne preda:
Piaccia a Dïana agevolarli il corso,
Poi li rileghi in servitude il collo.
Serva a quest’uso: al fin pender si veda
Saettatrice a te, suora d’Apollo,
Fra ’l capo d’un cinghiale e quel d’un orso.