O piú crudel d’ogni altra, e pur men cruda
A gli occhi miei che bella e men guerrera,
Fostú, quanto sei bella, acerba e fera
Perché questi occhi lagrimando i’ chiuda!
Ma quando io veggo la man bianca ignuda
E la sembianza umilemente altera,
Dico a l’anima vaga:—Ardisci e spera
Ch’esser non può ch’ogni mio prego escluda.
Però se crudeltà cotanto perde
Da la bellezza in lei, sarà pur anco
Vinta da la pietà che v’è nascosa.—
Cosí l’amor, pensando, in me rinverde
Or sazio no, ma d’aspettar già stanco
Ch’omai vi faccia la beltà pietosa.