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Io conosco le voci del sottobosco, creature mancine che colorano di verde il sole
Ogni tanto mi sperdo e mi sotterra il tremore e odoro di polvere, di carne e di fontane, mi assento nei silenzi
Era in effetti un panorama nero, sembrava bella quella falsa luce che faceva da pastello. Tu eri un ectoplasma e io un ramo ridente.
Dobbiamo ritornare poveri, scendere dai piedistalli, compiere atti umani, tornare ad usare le mani, nel buio avere coraggio,
No, monosillabo. Non è un sì Non è un se Non è provaci ancora.
Nella piega accartocciata del non detto, il non so dirlo è polveriera di un silenzio-piombo. Nella forma embrionale
Non so se mi sia persa sul bordo d… o in quella sigaretta arrotolata c… o se tu sia rimasta in una piega d… perché sembrava che la piazza fosse mano aperta,
Esistenza, tu m’hai aperto sconosc… posseduti dentro, sopiti tra visce… In una sola persona hai messo tutt… tutte le mie lacrime di gioia o di… il mio desiderio perpetuo
Sono attimi quelli che ereggono il… mutante è la crosta con piccole ra… È l’età che sembra farci camminare… vagando su percorsi che si incroci… cercando appoggio nel rovente nucl…
La nebbia solleva il velo tra la mia faccia e i davanzali. Le ombre si confondono, di me ride l’amore! La strada scivola,
Ho trovato il calore dei visceri, nell’estremo candore della paura al suo atto. Ho trattenuto
Io sono la Terra e tu sei il Ciel… Noi ci guardiamo. Noi ci sosteniamo. Tu mi circondi, io giro in tondo.
Cade una foglia, cade una piuma dalle esili ossa del bosco, a dispari passi una lupa si avvia verso il fiato pesante del branco. Non c’è un suono né un soffio
Anche il caldo vapore dell’acqua che scorre oggi ha un tono che arrossa la pelle. Il mondo è una piazza,
Sola come un papavero, nonostante i bocci intorno, dentro a un vento ostile che ti abbatte un colpo dopo l’altro,