In questo mio antenato presente
legato da ragioni terrene,
si sfalda e sanguina ciclicamente
la sinapsi tra il muscolo e la mente.
La mia vena è una nave
che segreta attraversa
capogiri di luna inquieta
che si completa e si riversa.
Una luce sciamana
si apre e matura
la gluma d’albume
in odorosa fontana.
Sacerdotessa androgina che spennella
una guerriglia di estrogeno in palude,
deflessa e dilatata al fianco, avvampo.
La conchiglia con un crampo si dischiude.