Un giorno ti dovrò spiegare.. Perché tra amore e amare, scelsi, d’amare.
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Un eco di stupore, una realtà che sa di fiaba, un battito che sussurra al cuore. Credi, perché questo è vero, anche se sembra un miraggio,
l’oro sulle scocche i pioppi che san di sale, le nuvole barocche e il marmo sulle scale. Il feretro, che sembra vivo,
Difficile descrivere le briciole di un pettirosso, la sua tua grazia, l’oggi, il volo.
Non fermarti o morte, c’è posto per entrambi, sul sentiero, tra gli alberi. Li, io
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
All’ombra dei canneti una libellula si è scorta, si è fatta audace; da una ninfea ha raccolto la rugiada,
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Il gatto gioca, con le cicale, Il sole spiana vecchie zanzare. Sale il giorno