Tre oche che starnazzano, Il migliore dei cani, la sabbia di un castello, una casa occupata. Come sei aironi immobili
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Tumultua l’anima E tinge il pianto La solitudine Di non amarti.
Fiocchi di membra, ossi spezzati e vitelli mai nati.
Non fermarti o morte, c’è posto per entrambi, sul sentiero, tra gli alberi. Li, io
M’é caro il posto dove vivo, dove ho vissuto, li, chi vi ho incontrato. É la radice di un albero, il fusto,
Un eco di stupore, una realtà che sa di fiaba, un battito che sussurra al cuore. Credi, perché questo è vero, anche se sembra un miraggio,
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
In questo giorno di pioggia ho pregato, chè lei morisse, che il suo ricordo fosse cancellato,
All’ombra dei canneti una libellula si è scorta, si è fatta audace; da una ninfea ha raccolto la rugiada,
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
