Mariano il 29 giugno 1916
#ScrittoriItaliani
E per la luce giusta, Cadendo solo un’ombra viola Sopra il giogo meno alto, La lontananza aperta alla misura, Ogni mio palpito, come usa il cuor…
Morire come le allodole assetate sul miraggio O come la quaglia passato il mare nei primi cespugli
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare
Il cuore ha prodigato le lucciole s’è acceso e spento di verde in verde ho compitato Colle mie mani plasmo il suolo
Mi tengo a quest’Albero mutilato abbandonato in questa dolina che ha il languore di un circo prima o dopo lo spettacolo
Scalza varcando da sabbie lunari, Aurora, amore festoso, d’un’eco Popoli l’esule universo e lasci Nella carne dei giorni, Perenne scia, una piaga velata
Chiuso fra cose mortali (Anche il cielo stellato finirà) Perché bramo Dio?
Col mare mi sono fatto una bara di freschezza
A solitudine orrendo tu presti Il potere di corse dentro l’Eden, Amata donatrice. Hai visto spegnersi negli occhi mi… L’accumularsi di tanti ricordi,
Il carnato del cielo sveglia oasi al nomade d’amore
Volti al travaglio come una qualsiasi fibra creata perché ci lamentiamo noi?
Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti
Dolce declina il sole. Dal giorno si distacca Un cielo troppo chiaro. Dirama solitudine Come da gran distanza
Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata