Come grottesche figure
ci muoviamo
dimentichi della verita’
che fino a ieri
orgogliosamente esibivamo
percorriamo vie rituali
che ricordano
sacralita’ affioranti
solo nei sogni
ci muoviamo
nell’ universo assente
camminando nell’acqua
con la speranza
di non affondare
costringendo al nascondimento
ogni piu’ semplice
e spontanea emozione
nei carboni ardenti
canta solo il dolore
dei poeti sconfitti
siamo immersi
nel teatro di specchi
dove vediamo riflessa
la nostra immagine
...ma senza violenza
urla
grida
tutti docili e comprensivi
come tralci di vite sottili
come orecchini
che si muovono all’unisono
favorendo una nascosta armonia
ma tutti legati
nel desiderio istintivo
di sopra vivenza
rispettosi per il nascente
Dio tecnocratico
che ci offre l’opportunita’
di una nuova Atlantide
che ci neghera’
la nostra identita’
la liberta’ personale
per poi essere
esautorati dai processi
di produzione...
allora
le nostre proteste
non interesseranno
piu’ a nessuno
dobbiamo ricominciare
a vivere riappropriandoci
delle leggi eterne
dell’umanita’