Marmo
di bianchi querci,
di algide inferriate sulle porte,
voltizzano ceneriti rigoli
di stucchi
tra le vele molli dei mulini.
Marmo,
vernale angore
nella fiamma di smangiati zolfanelli,
fleto di pioppi e di fiumare;
mutano raggricchiate zampe
di fiamminghi,
disfiorenti tronchi di betulle,
sonnecchiano sull’acqua
vizzute calle,
s’ammaglia
la danza degli stecchi.
Thea Matera