Il soffione si sperde, rimacina veli di spilli in sprigne pennellate sui muri raspati di Milos nel vento di Nord– Est;
Un cane sta col muso allato, sull’ala pesta, sulla tua fitta piaga clina il petto,
Oggi su Marte mi sfiora la tempes… non c’è che un filo d’erba a scompigliare nuvole conchiuse in granati barattoli di… i colori sono pozze di ematite
Il poeta rimesta luminanze plasma la parola e ne fa dono al torso avvinto, a chi ha dissolto l’iride nell’ombra del travaglio,
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma
Annega nei cerchi d’acqua lo sguardo di lavagna, si punteggiano le vele sulla campata storna il tempestìo di solidi triformi,
A te, che assorto ad ascoltare il mare ancorato ad una stella mai tacesti parola che non fosse terra,
E fu del palco il passo lieve della vita il travo sguardo sulla quinta, il drappo che smisura il boccascena
il verso non trattenuto –irrespirato cielo– la parola non compresa, l’incauta scritta in gromme di cemento; cosa rimane della poesia derisa, scostata, della poesia invenduta e le sue du...
Ti distanzi dalle onde dalla radianza di terre emerse, stravagati mulinelli di corolle, dal rosicchiolo corvino. Nel frastuono di scarne spole
Ti auguro di ritrovare la voce della Poesia dove il suono non sia frastuono, dove le parole s’assottigliano nel cigolio d’imposte,
Marmo di bianchi querci, di algide inferriate sulle porte, voltizzano ceneriti rigoli di stucchi
Si dissolvono le aurore nella chiarità di piogge torrenzia… si dilatano spaiati corridoi di ce… come fumo che s’aggroviglia sul giro della vite,