Campane, rintocchi di vespri paesani, di tramonti
Quando i miei occhi e il mio corpo puntano al cielo, questo si fa mite volta d’azzurro, poi
Festa dei Fiori a Primavera Quando la preghiera si fa confusa, malinconica e lontana,
Cristo d’ombra e’ croce sullo specchio delle foreste; e’ respiro di cerbiatto,
Non insisti, consisti! Interloquenze Parli o
tra le rocce scure, intarsiano ricami come sagome
La Luna scende le scale sul crinale, tra stelle e tramonti a volte, al naturale, a volte sulla scena,
Le 17, l’ora della Pieve e del rintocco di campane, brunite, terse all’aria,
Sfilavano come stelle o fiocchi di neve, sublimi ed inerti, madidi e avvolgenti, mentre
Il Pesto a Firenze Il pesto a Firenze ha il sapore del Giglio; in grembo di focaccia si gusta alla faccia
Vecchi! Siamo uno scalino del futuro, e ci riguardate come un’anta,
Aurore Il lirico suono delle aurore boreali fluttua di magia, specchio di emozioni,
Vivi il tempo della morte Vedi il tempo della morte battere in ogni cadenza vivilo, tracciane ogni sequenza;
Gli Archi de Roma, da tempio di storia a inno de malinconia, sepolte memorie e frettolose scene
Golgota Vento tra le croci sangue sopra il mento spine di infamia ad ornamento,