Poesia etica poesia etnica Non insisti, consisti! Interloquenze
Il Pesto a Firenze Il pesto a Firenze ha il sapore del Giglio; in grembo di focaccia si gusta alla faccia
Festa dei Fiori a Primavera Quando la preghiera si fa confusa, malinconica e lontana,
Sequenze di natura Fasciano i campi, tracciano le rocce, ne sposano le vette spinte
Le 17, l’ora della Pieve e del rintocco di campane, brunite, terse all’aria,
Cristo d’ombra e’ croce sullo specchio delle foreste; e’ respiro di cerbiatto,
tra le rocce scure, intarsiano ricami come sagome
La Luna scende le scale sul crinale, tra stelle e tramonti a volte, al naturale, a volte sulla scena,
Ritmi di chiaro scuro, il lampo di un faro e la punta su un calamaio liberano un segnale raro,
Visti dal cielo, siamo abbastanza storti, stolti, goffi, corti, deviati e contorti. Siamo affannati,
Follia su riga di una lacrima Follia su riga di una lacrima, spergiuro sangue sparso con disprezzo
Ciao Neve! Grembo d’infinito sospeso manto bianco e indefinito tra il seme della terra,
Vivi il tempo della morte Vedi il tempo della morte battere in ogni cadenza vivilo, tracciane ogni sequenza;
Quando i miei occhi e il mio corpo puntano al cielo, questo si fa mite volta d’azzurro, poi
Vecchi! Siamo uno scalino del futuro, e ci riguardate come un’anta,