Follia sulla riga di una lacrima Follia sulla riga di una lacrima, spergiuro sangue sparso con disprezzo
Quando i miei occhi e il mio corpo puntano al cielo, questo si fa mite volta d’azzurro, poi
Sequenze di natura Fasciano i campi, tracciano le rocce, ne sposano le vette spinte
Strizza gli occhi alla notte, vela i suoi torpori di quieto silenzio, penetra i suoi fitti spessori di denso volume
Sfilavano come stelle o fiocchi di neve, sublimi ed inerti, madidi e avvolgenti, mentre
L’Astronomia è il passatempo dei villani, aleggia grata al sole di collina come canto di gallina
Visti dal cielo, siamo abbastanza storti, stolti, goffi, corti, deviati e contorti. Siamo affannati,
Cristo d’ombra e’ croce sullo specchio delle foreste; e’ respiro di cerbiatto,
Aurore Il lirico suono delle aurore boreali fluttua di magia, specchio di emozioni,
Ammiro le copertine dei libri, prefisso, palcoscenico di misteriose rivelazioni, del fascino che emerge tra le pagine sfogliate
Gli Archi de Roma, da tempio di storia a inno de malinconia, sepolte memorie e frettolose scene
Festa dei Fiori a Primavera Quando la preghiera si fa confusa, malinconica e lontana,
Vivi il tempo della morte Vedi il tempo della morte battere in ogni cadenza vivilo, tracciane ogni sequenza;
Ritmi di chiaro scuro, il lampo di un faro e la punta su un calamaio liberano un segnale raro,
Ciao Neve! Grembo d’infinito sospeso manto bianco e indefinito tra il seme della terra,