Ada Negri

Perchè

L’uno ha vent’anni—è bello, innamorato,
Dolce signor d’armonïosi canti,
E sul suo labbro acceso ed inspirato
Fioriscono per me gl’inni vibranti.
 
Ei che descrive nel suo verso alato
Splendidamente de l’amor gl’incanti,
Egli, vinto, sommesso, affascinato,
Trema come un fanciullo a me davanti.
 
E mi susurra al piè queste follìe:
Darei la gloria pe’ tuoi cari accenti,
Per te che sola al mondo adoro e bramo...
 
E de l’arte le mistiche armonie,
Sogni, voti, sorrisi, estri ferventi,
Tutto a’ miei piè depone, e pur.... non l’amo!...
 
II.
 
L’altro drizza la fronte imperiosa
Come tronco di quercia a la procella.
Tace—ma tutta in lui leggo l’ascosa
Poesia de la schiva alma rubella.
 
Non mi parla d’amor—forse non osa.
Ma l’acuto suo sguardo, ignea facella,
Con secreta carezza e dolorosa
Mi ripete ch’ei m’ama e che son bella.
 
Quando langue sui vetri il dì che manca,
Ed ei m’affisa ne la smorta faccia,
E pensa, e soffre, e non sa dirmi: Io t’amo,
 
Io chino il volto con ebbrezza stanca;
Ed un desìo mi spinge a le sue braccia,
Come trepido augello al suo richiamo.

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