Non è la grazia intatta, l’ovale schiusa che dicono nei giardini di maniera, è piuttosto un affanno, un rossore che stinge
Ho sognato un pescatore dispiegare reti come i veli delle spose, disumanate dime di cubi mossi come vele.
È una Elle – scrivi UNO – a fine… sul filo di fumo greige di una Mur… màcina radici di parole, il nastro si ravvolge sulla rosa, il calligrafo sbadiglia
Sei tu, speranza che ristora, che dissolve gelidi doni d’antiche maglie e distilla il senno sulla luna, saliente sui foschi pini
Bianco, dispiega un velo d’alabastro, su biave cime trasmigra un nugolo di calle, s’invola la macolata brezza
Non guardi la bellezza che affolta svernate pólle, la postilla scritta in ombra della “Fantasia di Munari”, l’alchimia di silenzi
Dalla colonna sale il niello di velluto, ruotano libellule sopra il mento glauco del fossile binario,
Annega nei cerchi d’acqua lo sguardo di lavagna, si punteggiano le vele sulla campata storna il tempestìo di solidi triformi,
Oggi su Marte mi sfiora la tempes… non c’è che un filo d’erba a scompigliare nuvole conchiuse in granati barattoli di… i colori sono pozze di ematite
Le aurore si dissolvono nella chiarità di piogge torrenzia… spaiati corridoi di cerchi d’acqua… si dilatano come fumo che s’aggrov… sul giro della vite,
Maggio, sbreccia il glicine tra crepe di vinaccia, s’incerchia un tratto di sanguigna sul muro di limoni.
Un’anima sostava sulla riva di spinose pendole a Longchamp in uno sparto covile d’acquaragia, d’oro fino l’intaglio delle nubi
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma
Esiste un muto greto dove la notte scompare nel polverìo di un alambicco, dove il campo di papaveri disasconde la verbena,
E di Settembre non volli tornare alla foglia rossa che s’affolta nel risciaquìo di pozze,