Poesia “Vaticinio” di Ada Negri
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Raccoglie le pesanti ombre la sera
Sovra il giaciglio dove il bimbo posa.
Preme nel sonno una tristezza fiera
La bocca dolorosa.
Soavissima e cara un dì venìa
D’una madre la voce a questa cuna,
E, qual canto d’amor, lenta salìa,
Trillando, a l’aura bruna;
Ed aleggiando per le chete stanze,
De la notte fra l’alte ombre perduta,
Di sorrisi parlava e di speranze....
Or quella voce è muta.
.... Povero bimbo senza madre, oh, posa,
Posa le membra sul diserto strame.
Domani, a la frizzante alba nevosa,
Ti sveglierà la fame.
Bello ne l’ingiocondo occhio superbo,
Nel serio labbro e nella fronte scura
Cui segna il fosco, inesorato, acerbo
Stigma de la sventura,
Predestinato del dolor, vivrai,
Sconosciuto dal mondo, a Dio sol noto,
Pensosamente sollevando i rai
Su, ne l’immenso ignoto:
E, solo, errante, macero, fremendo
D’inconscio sdegno fra le vesti grame,
A quell’ignoto chiederai l’orrendo
Perchè de la tua fame.
Pur, qual vergine palma infra i deserti,
Qual fior che, sôrto da silvestri dumi.
Soavemente innalza ai cieli aperti
Aerei profumi
Tu, d’abbandono e di dolor nudrito,
Tu, condannato da la sorte rea,
Lo spirto librerai nell’infinito
Su l’ali dell’idea.
Tu poeta sarai! Come invadente
Luce d’incendio nel silenzio nero,
Splendida sorgerà ne la tua mente
La fiamma del pensiero;
Poichè, se riso di beltà non resta,
Se tutto al suolo le sue spoglie rende,
Sola del Genio la possanza mesta
Fra le procelle splende.
Tu poeta sarai—coi gravi incanti
De la schietta, virile arpa sovrana,
Evocherai le veglie e i lunghi pianti
De l’infanzia lontana;
E gli schianti ribelli, e l’impossente
Tua giovinezza, e la miseria atroce
E la secreta nostalgia struggente
De la materna voce:
E qual fiero singulto, o qual lamento
D’onda che al lido querula si frange,
D’un popol tutto il doloroso accento
Che s’affatica e piange.
Te, poeta dei miseri, vissuti
Oscuramente col destino in guerra,
Dei martiri, dei prodi e dei caduti
Saluterà la terra:
Tutto un mondo che passa e soffre e tace,
Tutto un mondo di laceri e d’affranti,
Di suprema rivolta un grido audace
Avrà dentro i tuoi canti:
Per te, sôrto dal nulla a la vittoria,
Della lotta su l’erta aspra e fatale,
Innamorata serberà la Gloria
Il suo bacio immortale.