Paolo Maccallini

Mattino

come una minaccia
l’anima diafana
che preme da fuori
in attesa di qualcosa che non voglio
 
all’afelio di una lontanissima orbita
prima
mi scopro in una stanza
ora
emergono i libri affiancati sulle mensole
statue marziali
di qualche antico ordine
di cavalieri severi
maestri
infallibili e disumani
montagne senza vetta
 
il mattino convalescente
cerca i colori della salute
chiede
di essere vissuto
chiudo
gli occhi e mi rannicchio
c’è ancora tempo
non si incarna
il giorno è ancora solo
un presagio

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