Tre compresse al giorno e ci vediamo tra un mese di mese in mese e negli anni dimenticasti com’era a ritrovarla

Una notte si fermerà la sveglia e per me sarà finita una foglia vive solo un’estate e nessuno la ricorda nel lavorio dei batteri

Si squarcerà lo Spazio resterà a guardare il Tempo in un angolo coprirà il grido con il sudario muto

Trecento milligrammi quattrocento, o niente. Polvere fine in capsule d’ostia o gocce benedette

Lasciati amare, Lesbia, e vivere e i commenti dei vecchi, invidiosi valgano le monete più misere. Giorni seguono giorni luminosi ma esaurito il nostro breve moment…

Povero Catullo, dalla follia desi… e ora accetta che ciò che è perdut… Giorni luminosi brillarono un temp… quando ti affannavi dietro i capri… dell’amata come amata nessuna mai,

Assegnato al culto del dio Nettun… Laocoonte un degno toro offriva. Ma da Tenedo adesso le calme acqu… sovrastano immensi due serpenti che speculari puntano la costa,

Sole, tu che illumini i giorni uma… Giunone, che sai del mio dolore, Ecate, che tormenti i sonni urbani… E voi Dire e dèi d’Elissa che muo… se sventura benevolenza vale,

Chiusi, come le donne dei soldati aspettano, austeri monoliti lontani come volti di antenati osservano, esercito di statue, foglie di remoti sogni dispersi

Lo immagino su una roccia seduto con il mento in un palmo per cento e più dei secoli della nostra storia immagino che si sia commosso

Ricordo i miei amici come erano allora i bambini che sono stati quando restammo sulla soglia dell’adolescenza

Quello che ho trovato oltre la porta non eri più tu tu non eri già più

Generazioni nascono e muoiono e a restare di noi sono solo atomi di azoto e carbonio dispersi nei sussurri anonimi

Mi ricordo di averti seguita quel giorno nel cuore del caldo dietro i bambini che si rincorrono capelli neri, figura snella ad Ur, sul baluginio dei muri