Di morte certo, ma non già dell’ora,
la vita è breve e poco me n’avanza;
diletta al senso, è non però la stanza
a l’alma, che mi prega pur ch’i’ mora.
Il mondo è cieco e ’l tristo esempro ancora
vince e sommerge ogni prefetta usanza;
spent’è la luce e seco ogni baldanza,
trionfa il falso e ’l ver non surge fora.
Deh, quando fie, Signor, quel che s’aspetta
per chi ti crede? c’ogni troppo indugio
tronca la speme e l’alma fa mortale.
Che val che tanto lume altrui prometta,
s’anzi vien morte, e senza alcun refugio
ferma per sempre in che stato altri assale?