Carico di frutti il sambuco; silenziosa abitava l’infanzia
nella grotta blu. Oltre il sentiero trascorso,
dove adesso bruna l’erba selvaggia sibila,
il ramo silenzioso medita; il frusciar del fogliame
simile a quando l’acqua blu risuona nella roccia.
Delicato è il lamento del merlo. Un pastore
segue ammutolito il Sole che rotola dalle colline autunnali.
Un istante blu è solo più anima.
Al margine del bosco si mostra una schiva selvaggina e pacifiche
riposano nel fondo le vecchie campane e gli spettrali casali.
Più devoto conosci il senso degli anni scuri,
il freddo e l’autunno in camere solitarie;
e nella sacra azzurrità risuonano da lontano i passi luminosi.
Cigola delicatamente una finestra aperta; fino alle lacrime
Commuove lo spettacolo del cimitero abbandonato in collina,
ricordo di leggende narrate; ma qualche volta
si rischiara l’anima
quando pensa a uomini lieti,
a giorni di primavera di oro scuro.
G.Trakl,
traduzione Marco Salvato