Congediamoci amica
ci hanno illuse.
—La poesia è bellezza–
Ma quale bellezza?
Sono squarci di stomaco
spogliate nude,
un onanista
ci sputa sopra.
Il braccio piegato male
formicola e duole,
un bolo sempre più grosso.
Le nostre dita spesse e sporche
le natiche occhiute,
il segno e l’oggetto,
un gesto da disfare.
Vomitiamo
pon pon rossi
dalle labbra,
remiamo nel liquido
scritto del deliro,
la dipendenza
che c’impedisce
di spaccare il Muso.