Respingo ogni tuo vezzo da superbo sovrano
rifiuto la menzogna del biologico destino.
Ma tu sei mano che punisce,
saio che nasconde,
sfregio che abbrutisce,
ombra sul mio orgoglio,
vanitas sulla mia tela
memitim sulla mia vita
buio e disincanto.
Mi puoi appiattire al muro,
spremere come oliva, murare viva,
farmi sparire con un grido all’alba,
ma viva resta l’eredità della mia pelle,
cellule di tolleranza e di conquista,
uguaglianza e rivendicazione.
Io entrerò, come lama di giustizia
facendo luce nella casa.
Gridando, chiamerò le donne,
in strada contro il patriarcato.
Verrò dissotterrata,
mi ritroveranno,
camminerò tutte le strade
sarò milioni di occhi
sarò milioni di voci
e mai più ombra.
Sarò parola.