Giosuè Carducci

Funere mersit Acerbo

O tu che dormi là su la fiorita
collina tosca, e ti sta il padre a canto;
non hai tra l’erbe del sepolcro udita
pur ora una gentil voce di pianto?
 
È il fanciulletto mio, che a la romita
tua porta batte: ei che nel grande e santo
nome te rinnovava, anch’ei la vita
fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
 
Ahi no! giocava per le pinte aiole,
e arriso pur di vision leggiadre
l’ombra l’avvolse, ed a le fredde e sole
 
vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l’adre
sedi accoglilo tu, chè al dolce sole
ei volge il capo ed a chiamar la madre.
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