Giace il mondo e l’universo
volteggiando,
ignari di uomini
pensanti,
sul persistente piano del tutto.
S’infrange su barriere vitree
la tenue speranza di vedere il giorno
dalla flebile fessura di un ammalato
cosmo, di fluttuante pece,
di recondito nido...
Anima spenta, attonita mente
sussurrano uno stanco lamento funereo
di giorni che non vedranno più l’alba,
di notti che non godranno mai riposo...
Solo, balugina
scarlatto
lo sguardo dell’assente,
marmorea espressione di fervide astrazioni,
di remote àncore,
di eteree volontà, sparse sul febbrile oceano
della psiche ingabbiata.
Una fessura è varco per il mondo,
panacea per le afflizioni
luce da eterni incubi infernali,
àncora di
Disperata salvezza,
dalle crudeli onde del destino.