Ada Negri

Viaggio notturno

 
Si parte: è mezzanotte.—È pigra la cavalla,
Su le malferme rôte il veicol traballa:
Su, frusta, o carrettier!...
Per noi, dell’avventura lieti e securi figli,
Non ha minaccie il bosco, l’ombra non ha perigli,
Sassi non ha il sentier.
 
Tutto si cela e dorme—su, frusta, o carrettier!...
 
Fuor da una nube occhieggia, sogghignando, la luna;
Vecchia malizïosa, per la pianura bruna
Ella spiando va.
 
Al ciel velato gli alberi tendono i rami storti,
Come preganti braccia di scheletri contorti:
Che narri, o immensità?...
 
.... Fuor da una nube l’algida luna spiando va.
 
Ritta, commossa e pallida, l’occhio smarrito e fisso,
Io, coi capelli al vento, interrogo l’abisso.
Inghiotte il tenebror
Preci e rancori d’anime, baci di labbra amanti,
Sogni, delitti e lacrime, carezze deliranti
D’avvelenati amor.
 
Passan sospiri e brividi traverso al tenebror!...
 
«Che fai? che vuoi?...» mi chiedono, sôrte da fossa impura
Fatue fiammelle erranti presso le basse mura
D’un àtro cimiter.
Non so; cerco il destino. Forse eterno è il viaggio,
Forse eterna è la notte; non importa. Ho coraggio.
Su, frusta, o carrettier!...
 
Io non vi temo, fatui spirti del cimiter.
 
Nel silenzio tranquillo de l’assopito vano,
Misteriosa scôlta, veglia il pensiero umano,
Com’angelo immortal.
Veglia, e coll’ali fatte di sogno e d’ardimento,
sfiora la cieca terra, le nuvole d’argento,
La fossa e l’ideal.
 
Vola, o pensier, sui ruderi, com’angelo immortal!...

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