Ada Negri

Passione

Soffro nella tua carne che fu mia,
adolescente pallida, che nove
mesi in grembo mi fosti, e più di nove
anni già conti, in fresca leggiadria.
 
Quand’io ti davo il latte del mio seno
eri parte di me, chiusa in me stessa:
come un suggello io ti tenevo, impressa
nelle viscere.—Ed era il tuo sereno
 
volto lo specchio della mia bellezza:
morte me sola non avrebbe côlta,
chè nel gorgo con me t’avrei travolta.
.... Ora ti stacchi, o fior di giovinezza!...
 
Ti stacchi; e v’è nel tuo destin la via
che tu farai senza di me, la gioja
che tu godrai senza di me, s’io muoja
o viva.—Occhi di luce e di malia,
 
occhioni ardenti ov’io misi una fiamma
del rogo mio, voi vi socchiuderete
un giorno, per celar l’ombre inquiete
d’un sogno agli occhi della vostra mamma!...
 
Agile corpo che l’adolescenza
plasma e disegna in puro stil di grazia,
dal nemico che logora e che strazia
salvarti non potrà la mia temenza!...
 
Io non potrò difenderti da nulla
che sia scritto nel libro della sorte.
Oh, meglio quando le mie labbra smorte
modulavan canzoni alla tua culla!...
 
Non m’importa di me. Tanto ho sofferto
che mi son fatta un cuor di selce.—Tanto
in lunghe insonnie disperate ho pianto
che or somiglio alla sabbia del deserto.
 
Tu no, tu, in pura veste anima pura!...
Oh, dove sei, felicità, ch’io possa
coglierti come una rosetta rossa
da offrire a questa dolce creatura?...
 
In qual giardino ti nascondi, frutto
celeste, ch’io ti spicchi, ch’io ti sprema
sulle sue labbra—e per magia suprema
ella in sè accolga la beltà di tutto?...

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