Ada Negri

Non mi turbar....

Se qualche volta i tuoi detti d’amore,
Assorta, io non ascolto,
E m’ardon gli occhi, e insolito pallore
M’imbianca il labbro e il volto;
 
Se, di tutto dimentica, reclino
La bruna testa, e penso,
Non mi turbar—dinanzi a me, divino,
Si schiude un mondo immenso.
 
Da le nubi squarciate io vedo il sole
Cinger, nudo e ridente,
Il suol ricco di mirti e di viole
In abbraccio possente;
 
E dai fieni falciati, e da le messi
Mareggianti all’aperto,
Da le chiome de l’elci e dei cipressi,
Da l’arido deserto,
 
Dai grandi boschi urlanti al vento iroso
Con grido appassionato,
Dal fremito d’amor voluttuoso
Che ravviva il creato,
 
Sento, sento salir coi voli erranti
D’aligere sperdute
Soffi larghi, novelli e trionfanti
Di forza e di salute.
 
E non più sangue, non più sangue allaga
La dolorosa terra,
Non più, feroce ed inflessibil maga,
Spiana il fucil la guerra;
 
Ma tutto il mondo è patria e tutti un santo
Entusiasmo avviva,
E di pace solenne e mite un canto
Vola di riva in riva.
 
Non più il pazzo furor de la mitraglia
Eruttano i cannoni,
Non più volan fra mezzo a la battaglia
Le belliche canzoni;
 
Fuma il vapor; rompe l’aratro il cuore
A le zolle feraci,
Rimbomba de le macchine il fragore,
Rosseggian le fornaci;
 
E sul ruggito leonino e rude
De la terra in fermento
Libertà le sue bianche ali dischiude
Fiera squillando al vento.

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