Giovene incauto e non avvezzo ancora
Rimirando a sentir dolcezza eguale,
Non temea i colpi di quel raro strale
Che di sua mano Amor polisce e dora.
Né pensai che favilla in sí breve ora
Alta fiamma accendesse ed immortale;
Ma prender, come augel ch’impenna l’ale,
Giovenetta gentil credea talora.
Però tesi tra’ fior d’erba novella
Vaghe reti, sfogando i tristi lai
Per lei, che se n’andò leggiera e snella;
E ’n gentil laccio i’ sol preso restai,
E mi furo i suoi guardi arme e quadrella
E tutte fiamme gli amorosi rai.