Dalla colonna sale il niello di velluto, ruotano libellule sopra il mento glauco del fossile binario,
Rinfresca la marea su vecchi girasoli, il tempo s’affaccia alla finestra sul tremitìo di specchi, e nel cuore di foreste
Feriti s’incurvano gl’ossi della vela, di due relitti, di franti ormeggi, —intemerate gòrgoni - sommersi nimbi in fiamme
Salivano verso il cielo legnosi vampi, storti echi di portali, sgocciavano pinti teli dai balconi… a spirale si placavano le vecchie…
Vedi Gregor come si sbricia la pagina del tempo, ti specchi nell’amore nell’occhio che s’incurva; si stenebra lo scheggio,
E di Settembre non volli tornare alla foglia rossa che s’affolta nel risciaquìo di pozze,
I poeti disvelano la vena d’acqua, la voce nei rami rubati al tempo, il soffio rimasto in gola, la candente fiorescenza... –Thea Matera ©
Si dissolvono le aurore nella chiarità di piogge torrenzia… si dilatano spaiati corridoi di ce… come fumo che s’aggroviglia sul giro della vite,
Il sole gettato nel buio d’acqua cosmica genera sempiterni circoli, orbitano in ordinate ellissi astri d’ogni forma e luce,
il verso non trattenuto –irrespirato cielo– la parola non compresa, l’incauta scritta in gromme di cemento; cosa rimane della poesia derisa, scostata, della poesia invenduta e le sue du...
S’incurva e risplende sulla duna quel raggio disceso a perdonare i cuori attorti scavati nella neve… s’infiora in trecce d’astri l’ermo stelo di una cometa.
L’amore non è nell’intaglio del tronco, nel cuore scavato tra due nomi, non è nello scherno
Hai toccato il fondo, rotondo, in coppe di ciliegie, si camuffa la piroga in un’ansa di barattiere, si stiracchia la nube di pirilla,
Sei tu, speranza che ristora, che dissolve gelidi doni d’antiche maglie e distilla il senno sulla luna, saliente sui foschi pini
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma