Nicoletta

Mare e Deserto

 
Usurare le  parole,
svendere il cielo per due lire,
mangiare i semi sperando di nascere ancora,
morire per poter sentire freddo.
Toccare la pietra che nei miei sogni è giá un tempio,
che è stato terra
è stato niente.
Specchiarsi nell’acqua ma dentro un pozzo,
provare la vertigine
assuefatti dal fascino della caduta.
Essere angeli con sette occhi o ragni nascosti tra le lenzuola,
che differenza fa se si dorme soli?
Divorati dalla fame,
la pena più atroce carceriera del corpo,
prosciugati dalla sete di vivere ancora
anche in un luogo desolato in cui basta una finestra portatile,
da aprire e chiudere sul mare e sul deserto,
per essere la goccia ed il fango stesso.
Per essere parte del tutto
ed un miracolo che Dio non ha voluto,
che il Diavolo non ha potuto,
che i tuoi occhi hanno respinto,
che un giorno saró il Sole che brucia il male e splende sul bene.

Spiegazione

1.usurare le parole
consumarsi pur di farsi ascoltare, sprecare fiato, usare le parole fino a renderle logore
2.svendere il cielo per due lire
dare tutto “oltre i limiti”(cielo) per niente, per qualcosa che in fine non varrà lo sforzo
3.mangiare i semi
arrivare a toccare il fondo, mangiare i semi(l’origine) sperando di risalire
4.morire per sentire freddo
morire per sentire una sensazione forte sulla carne viva
5.Toccare la pietra[...]
avere davanti qualcosa di grezzo che è reso bello solo dalle nostre aspettative, dai nostri sogni; sperare nel meglio, cosa potrebbe essere. Vedere il potenziale
6.Angeli con sette occhi o ragni [...]
Sia le creature angeliche nella Bibbia che i ragni nella realtà sono muniti di più occhi; questo accomuna l’entità sovrannaturale ritenuta “bella” e i ragni, piccoli esseri schiacciati dagli umani:”brutti”.
Ma che valore ha davvero l’essere belli, intoccabili, celestiali, o brutti, piccoli ed insignificanti, se poi nessuno ci ama? Se non ci sentiamo amati? Se non dormiamo con affianco qualcuno?
L’assenza d’amore permette ai ragni d’impaurirci: invadono le lenzuola ma nascosti. Perché la paura di non essere amati è più forte dell’oggetto che la produce.
8.La fame come carceriera del corpo
La fame intesa come bisogno, ma anche come male del mondo, ci rende schiavi di noi stessi, diventa una preoccupazione
9.finestra portatile
Cambiare luoghi e città, portando il proprio piccolo punto di vista, cambiando prospettive ma rimanendo sempre noi stessi, con una finestrella immaginaria che trattiene ricordi, conoscenza, opinione.
10.Mare, deserto-goccia e fango
Una goccia nel mare non ne cambierà drasticamente il volume, ne farà parte. Siamo soli tra le masse e spesso ci sentiamo di non poter alterare in nessun modo la vita degli altri; a volte disconosciuti dalla terra stessa. Invisibili, non speciali.
Ma la goccia(metaforicamente una)sulla sabbia(deserto), diventa fango, quindi altera lo stato di un luogo. Forse a volte bisognerebbe trovare il proprio posto: essere una goccia nel mare o nel deserto?
Conformisti o no? Vogliamo nasconderci o emergere? Forse cercare o essere trovati?
11.un miracolo che Dio non ha voluto ed il diavolo non ha potuto [...]
Sentirsi così inadeguati, da considerare miracolo della nostra nascita come mal riuscito di Dio , che neppure il diavolo ha potuto fare meglio(rivalità tra il sacro ed il peccato)
e neanche i “tuoi occhi” quindi nemmeno l’essere umano ci fa sentire adeguati.

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