Le due fazioni al culmine dell’acerrimo scontro,
tra fiamme, scoppi e odor di morte,
per un istante sotto le colonne di fumo si fermano ad
ascoltare il canto sgomento della rondine che
non trova più l’albero, il suo nido e neppure risposte.
Per quanto tempo ancora la madre terra dovrà sopportare
questa inutile ubriacatura di sangue?
Dovremmo imparare dagli alberi e dalla loro quiete.
Si accontentano del loro pezzo di terra.
Non sognano possedimenti o ricchezze.
Aspettano il vento per scambiare due chiacchiere.
Vanno in estasi quando le nuvole li lavano.
Sono così generosi che aprono le loro grandi braccia e
offrono pace e giaciglio alle vittime di questa
esecrabile follia.