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Niccolò Machiavelli

Capitolo L’Occasïone

“CHI sei tu, che non par donna mortale,
 di tanta grazia il ciel t’adorna e dota?
 perchè non posi? e erchèa’ piedi hai l’ ale?”
       “Io son l’ Occasïone, a pochi nota;
 e la cagion che sempre mi travagli
 è perchè io tengo un piè sopra una rota.
       Volar non è ch’ al mio correr s’ agguagli;
 e però l’ ale a’ piedi mi mantengo,
 acciò nel corso mio ciascuno abbagli.
       Gli sparsi miei capei dinanzi io tengo;
 con essi mi ricopro il pette e ’l volto,
 perch’ un non mi conosca quando io vengo.
       Dietro dal capo ogni capel m’ è tolto,
 onde in van si affatica un, se gli avviene
 ch’ io l’ abbia trapassato, o s’ io mi volto.”
       “Dimmi: chi è colei che teco viene?”
“È Penitenza; e però nota e intendi:
 chi non sa prender me, costei ritiene.
       E tu, mentre parlando il tempo spendi,
 occupato da molti pensier vani,
 già non t’ avvedi, lasso! e non comprendi
       com’ io ti son fuggita tra le mani!”
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