S’egli è, donna, che puoi
come cosa mortal, benché sia diva
di beltà, c’ancor viva
e mangi e dorma e parli qui fra noi,
a non seguirti poi,
cessato il dubbio, tuo grazia e mercede,
qual pena a tal peccato degna fora?
Ché alcun ne’ pensier suoi,
co’ l’occhio che non vede,
per virtù propia tardi s’innamora.
Disegna in me di fuora,
com’io fo in pietra od in candido foglio,
che nulla ha dentro, e èvvi ciò ch’io voglio.