Porgo umilmente all’aspro giogo il collo
Porgo umilmente all’aspro giogo il collo
il volto lieto a la fortuna ria,
e alla donna mia
nemica il cor di fede e foco pieno;
né dal martir mi crollo,
anz’ogni or temo non venga meno.
Ché se ’l volto sereno
cibo e vita mi fa d’un gran martire,
qual crudel doglia mi può far morire?