Le favole del mondo m’hanno tolto
il tempo dato a contemplare Iddio,
né sol le grazie suo poste in oblio,
ma con lor, più che senza, a peccar volto.
Quel c’altri saggio, me fa cieco e stolto
e tardi a riconoscer l’error mio;
manca la speme, e pur cresce il desio
che da te sia dal propio amor disciolto.
Ammezzami la strada c’al ciel sale,
Signor mie caro, e a quel mezzo solo
salir m’è di bisogno la tuo ’ita.
Mettimi in odio quante ’l mondo vale
e quante suo bellezze onoro e colo,
c’anzi morte caparri eterna vita.