Beati voi che su nel ciel godete
le lacrime che ’l mondo non ristora,
favvi amor forza ancora,
o pur per morte liberi ne siete?
—La nostra etterna quiete,
fuor d’ogni tempo, è priva
d’invidia, amando, e d’angosciosi pianti.
—Dunche a mal pro’ ch’i’ viva
convien, come vedete,
per amare e servire in dolor tanti.
Se ’l cielo è degli amanti
amico, e ’l mondo ingrato,
amando, a che son nato?
A viver molto? E questo mi spaventa:
ché ’l poco è troppo a chi ben serve e stenta.