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Laura Bertolini

Pirata

 
Ancorata al porto
guardavo il dondolio delle barche.
Più in là l’oceano,
dove le balene dimorano.
Nell’errore di certi flutti,
le torbide mie pupille.
Ancorata al porto
guardavo il dondolio delle barche.
E vennero le lische dell’aurora
passarono i gitani in cerca d’oro
e poi la sera.
 
Scattai in piedi d’improvviso
al sussulto del tuono.
I demoni di certi venti
velano di sale i vetri.
Eri scritta
nel lampo feroce della notte.
 
Un legno di mare
ora mi sembra un bosco,
in questo snodo liquido di labbra.
Tu salpi e saccheggi, pirata,
io mi spoglio
e mi si vede l’anima.
 
Prima balleremo sui barili,
poi darai ai mercanti
i miei preziosi.
Dall’alto dell’aria si staccano
le tre stelle del carro,
le porpore dei tuoi occhi minuti
e l’ardente tuo tocco brigante,
che rende impudico
il nostro ascendente.
Del porto ora vedo
le barche sbandare.
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