Nell’impero dell’acque e delle nubi
dove regnava il pecoraio e il gregge,
o Numero, già fatta è la tua legge
dalla potenza delli ordegni indubi.
Conduce un filo il moto che tu rubi
all’acqua e vola cento miglia e regge
gli opifici rombanti di pulegge
e di magli terribili e di tubi.
Ben riconosco il Verso tuo fratello
onnipossente Numero! Tu fai
a noi men disagevole il sentiero.
E il tuo parente più leggiadro e snello
ci fiorisce le soste di rosai
e di menzogne dolci più del Vero.