Te solitaria pellegrina, il lido
Tirreno e la salubre onda ritiene,
E un doloroso grido
Distinto a te per tanto aere non viene,
Nè il largo amaro pianto
Tergi pietosa a quei che t’ama tanto.
E tu conosci amore, e sai per prova
Che, nell’assenza dell’obietto amato,
Al cor misero giova
Interrogar di lui tutto il creato.
Oh se gli affanni accheta
Questa di cose simpatia segreta;
Quando la luna in suo candido velo
Ritorna a consolar la notte estiva,
Se volgi gli occhi al cielo,
E un’amorosa lacrima furtiva
Bagna il viso pudico
Per la memoria del lontano amico,
Quell’occulta virtù che ti richiama
Ai dolci e malinconici pensieri,
È di colui che t’ama
Un sospir, che per taciti sentieri
Giunge a te, donna mia,
E dell’anima tua trova la via.
Se il venticel con leggerissim’ala
Increspa l’onda che lieve t’accoglie,
E sussurrando esala
Intorno a te dei fiori e delle foglie
Il balsamo, rapito
Lunge ai pomarii dell’opposto lito;
Dirai: quest’onda che si lagna, e questo
Acre commosso da soave fiato.
Un detto, un pensier mesto
Sarà del giovinetto innamorato,
Cui deserta e sgradita
Non divisa con me fugge la vita.
Quando sull’onda il turbine imperversa
Alti spingendo al lido i flutti amari,
E oscurità si versa
Sull’ampia solitudine dei mari,
Guardando da lontano
L’ira e i perigli del ceruleo piano;
Pensa, o cara, che in me rugge sovente
Di mille e mille affetti egual procella:
Ma se l’aere fremente
Raggio dirada di benigna stella,
È il tuo sereno aspetto
Che reca pace all’agitato petto.
Anch’io mesto vagando all’Arno in riva,
Teco parlo e deliro, e veder parmi
51Come persona viva
Te muover dolcemente a consolarmi:
Riscosso alla tua voce
54Nell’imo petto il cor balza veloce.
Or flebile mi suona e par che dica
Nei dolenti sospiri: oh mio diletto,
All’infelice amica
Serba intero il pensier, serba l’affetto;
Siccome amor la guida,
Essa in te si consola, in te s’affida.
Or mi consiglia, e da bugiardi amici
E da vane speranze a sè mi chiama.
Brevi giorni infelici
Avrai, mi dice, ma d’intatta fama;
Dolce perpetuo raggio
Rischiarerà di tua vita il viaggio.
Conscio a te stesso, la letizia, il duolo
Premi e l’amor di me nel tuo segreto;
A me tacito e solo
Pensa, e del core ardente, irrequieto,
Apri l’interna guerra,
A me che sola amica hai sulla terra.
Torna la cara immagine celeste
Tutta lieta al pensier che la saluta,
E d’un Angelo veste
L’ali, e riede a sè stessa, e si trasmuta
Quell’aereo portento.
Come una rosea nuvoletta al vento.
Così da lunge ricambiar tu puoi
Meco le tue dolcezze e le tue pene;
Interpreti tra noi
Fien le cose superne e le terrene:
In un pensiero unita
Sarà così la tua colla mia vita.
Il sai, d’uopo ho di te: sovente al vero
Di cari sogni io mi formava inganno;
E omai l’occhio, il pensiero
Altre sembianze vagheggiar non sanno;
Ogni più dolce cosa
Fugge l’animo stanco e in te si posa.
Ma così solo nel desio che m’arde
Virtù vien manco ai sensi e all’intelletto,
E sconsolate e tarde
Si struggon l’ore che sperando affretto:
Ahimè, per mille affanni
Già declina il sentier de’ miei begli anni!
Forse mentr’io ti chiamo, e tu nol sai,
Giunge la vita afflitta all’ore estreme;
Nè ti vedrò più mai,
Nè i nostri petti s’uniranno insieme:
Tu dell’amico intanto
Piangendo leggerai l’ultimo canto.
Se lo spirito infermo e travagliato
Compirà sua giornata innanzi sera,
Non sia dimenticato
Il tuo misero amante: una preghiera
Dal labbro mesto e pio
Voli nel tuo dolore innanzi a Dio.
Morremo, e sciolti di quaggiù n’aspetta
Altro amore, altra sorte ed altra stella.
Allora, o mia diletta,
La nostra vita si farà più bella;
Ivi le nostre brame
Paghe saranno di miglior legame.
Di mondo in mondo con sicuri voli
Andran l’alme, di Dio candide figlie,
Negli spazii e nei soli
Numerando di Lui le maraviglie,
E la mente nell’onda
Dell’eterna armonia sarà gioconda.