Come grottesche figure ci muoviamo dimentichi della verita’ che fino a ieri orgogliosamente esibivamo
se hai smarrito la via del ritorno abbandonati in frammenti di assoluto lasciati trasportare
Spesso nella mente risuona il canto di mia madre l’odore del suo abbraccio mi innalza verso il cielo per un attimo mi sembra
Lucentissime nella notte ardono le stelle ma il mirto la viola il tenero lauro
ogni cosa fluisce e rifluisce tutto s’alza e cade la terra si dissolve nell’acqua l’acqua nel fuoco il fuoco nell’aria
a cosa servono i poeti con le loro imbarcazioni cariche di sogni se poi nessuno vi puo’ salire a cosa servono i poeti
Nel broccato nero fremente di tenerezza l’ultimo respiro di pace invoca l’amore nel cuore infranto
Quando avrai raggiunto il vertice della montagna cosmica immergiti nello spazio infinito
Per molto tempo insieme vagabondammo io e la mia ostinata voglia di capire poi stanco estenuato
Padre madre dallo stesso punto si diramano per generare il figlio il triangolo della vita
Non toglietemi il fango che mi ha donato il ventre di mia madre voglio essere sveglio dormendo e
Odio amore bonta’ ti cadono adosso nemmeno te ne accorgi sei troppo preoccupato a spargere la tua rugiada
La carne viene tritata pesata catalogata separata dai ricordi che l’hanno animata fino all’altro ieri
l’ispirazione ti pervade l’anima come una quiete che batte le ali una attrazione
sole e luna da sempre regolatori del tempo e dello spazio modificano e svelano i segreti sacramenti