Questa notte con spavaldo desiderio
scesi per le praterie d’un lungo fiume
impermeato d’antiche abitudini
ch’al dunque ad un segnale indicavano
melma, e fiato. Solo sporcizia
sì, vidi dall’ultimo ponte, dubitando
d’una mia vita ancora rimasta al
sole, non per l’arrosto ma
per il fuoco è buona: se a tutti divenne
già prima ch’io nascessi – indifferente
la mia buona o cattiva sorte, dall’altr’angolo
che non da questa visione crematorizzata
dalla mia e vostra vita terrorizzata
se resistere dipende dal cuore
piuttosto dalle sottane s’arrota
la Mistinguette, la vita sberciata
per un attimo ancora, se sesso
è così rotativo da apparire poi
vano a questo recitativo che mi
faceva passare per pazza quando
arroteandomi dietro ad ogni scrivania
sorvegliavo i vostri desideri d’essere
lontani dalla mia, rotativa nella
notte specchiata nel lucido del
vetro che copre le vostre indifferenze
alla mia stralunante morte.