Ada Negri

Va

Tu che sei bello, generoso e forte,
Tu amor mi chiedi?... Oh, bada.
Se gaudio e speme a te reca la sorte,
Non ti gettar su la mia fosca strada.
Va, di pace e d’amor ricca è la terra:
Fanciullo, io son la guerra.
 
T’arde la fiduciosa alma ne gli occhi,
E amor mi chiedi?... Oh, bada.
Non trascinarti dunque a’ miei ginocchi,
Non ti gettar su la mia fosca strada.
Se gaudio e speme a te reca la sorte,
Ti scosta—io son la morte.
 
De la mia madre sulla grigia testa
E sul mio capo bruno
Scatenarsi vid’io nembo e tempesta,
E cumular gli affanni ad uno ad uno.
Esile ed avvilita, in vesti grame,
Piansi di freddo e fame.
 
Crebbi così, racchiusa in un dolore
Torvo, senza parole;
Crebbi col buio intorno e qui nel core
Una feroce nostalgia di sole.
D’occulti pianti e di sconforto vissi,
Soffersi e maledissi.
 
E quando penso a mia madre, che un lento
Vorace morbo uccide,
Al focolar de la mia casa spento,
Al lauto mondo che gavazza e ride,
Un odio, un infrenato odio mortale,
Spiega a’ miei versi l’ale.
 
E tu mi chiedi amor?... Parti, m’oblìa,
Fanciullo!... Oh, tu non sai
L’ansie de la rovente anima mia
In lotta sempre e non placata mai?...
Lascia ch’io fugga, disamata e smorta,
Ove il destin mi porta.
 
Lascia ch’io fugga tra i sassi e le spine
Sin che la vita muore,
Ch’io fugga senza tregua e senza fine,
Colla febbre nel sangue e Dio nel cuore....
.... Va, di pace e d’amor ricca è la terra:
Fanciullo, io son la guerra.

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