So la bellezza d’un recesso verde
dove roseti carichi di thee
bisbigliano coi pioppi de le allee,
e in un col passo l’anima si perde.
Ogni cosa del mondo è sì lontana
di là, ch’io forse del mio lungo male
mi guarirei, con l’erba per guanciale,
vestendomi di salvia e maggiorana.
Forse....—ah, m’inganno.—Che un fischiar di serpi
m’accoglierà, sol che il cancello io schiuda:
per sùbita malia selvaggia e cruda
vedrò le rose tramutarsi in sterpi.