Torquato Tasso

Vere fûr queste gioie e questi ardori

Questo primo sonetto è quasi proposizione de l’opera: nel quale il poeta dice di meritar lode d’essersi pentito tosto del suo vaneggiare, ed esorta gli amanti col suo esempio che ritolgano ad Amore la signoria di se medesimi.

Vere fûr queste gioie e questi ardori
    Ond’io piansi e cantai con vario carme,
    Che poteva agguagliar il suon de l’arme
    E de gli eroi le glorie e i casti amori:
E se non fu de’ piú ostinati cori
    Ne’ vani affetti il mio, di ciò lagnarme
    Già non devrei, ché piú laudato parme
    Il ripentirsi, ove onestà s’onori.
Or con l’esempio mio gli accorti amanti,
    Leggendo i miei diletti e ’l van desire,
    Ritolgano ad Amor de l’alme il freno.
Pur ch’altri asciughi tosto i caldi pianti
    Ed a ragion talvolta il cor s’adire,
    Dolce è portar voglia amorosa in seno.
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