Su l’ampia fronte il crespo oro lucente
Sparso ondeggiava, e de’ begli occhi il raggio
Al terreno adducea fiorito maggio
E luglio a i cori oltre misura ardente:
Nel bianco seno Amor vezzosamente
Scherzava, e non osò di fargli oltraggio;
E l’aura del parlar cortese e saggio
Fra le rose spirar s’udia sovente.
Io che forma celeste in terra scòrsi,
Rinchiusi i lumi e dissi: Ahi, come è stolto
Sguardo che ’n lei sia d’affissarsi ardito!
Ma de l’altro periglio non m’accòrsi:
Ché mi fu per le orecchie il cor ferito
E i detti andaro ove non giunse il volto.