#ScrittoriItaliani #ScrittriciDonne
E poi – se accadrà ch’io me ne vad… resterà qualchecosa di me nel mio mondo— resterà un’esile scìa di silenzio
Questa è la prova che voi mi benedite— montagne— se nell’ora del distacco la vostra chiesa m’accoglie
Gioia di cantare come te, torrente… gioia di ridere sentendo nella bocca i denti bianchi come il tuo greto; gioia d’essere nata
Io penso che il tuo modo di sorrid… è più dolce del sole su questo vaso di fiori già un poco appassiti—
Sorelle, a voi non dispiace ch’io segua anche stasera la vostra via? Così dolce è passare senza parole
Sospingo una delle grevi porte e mi cade alle spalle la furia del meriggio ventoso. A lenti passi m’inoltro, bevendo l’ombra improvvisa
Lumi e capanne ai bivi chiamarono i compagni. A te resta questa che il vento ti disvela
Fiamme nella sera del mio nome sento ardere in riva a un mare oscuro— e lungo i porti divampare roghi di vecchie cose,
Abbandonati in braccio al buio monti m’insegnate l’attesa: all’alba – chiese diverranno i miei boschi.
Non avere un Dio non avere una tomba non avere nulla di fermo ma solo cose vive che sfuggono— essere senza ieri
Parole – vetri che infedelmente rispecchiate il mio cielo - di voi pensai dopo il tramonto
Chi ti dice bontà della mia montagna?— così bianca sui boschi già biondi
Domandavo a occhi chiusi –che cosa sarà domani la Pupa? – Così ti facevo ridire in un sorriso le dolci parole
Sordo per il gran vento che nel castello vola e grida è divenuto il cane. Sopra gli spalti – in lago protesi – corre,
Ti do me stessa, le mie notti insonni, i lunghi sorsi di cielo e stelle – bevuti sulle montagne,