È una gelida mattina. Una di quelle in cui l’inverno, senza preavviso, ha fatto irruzione nel placido scorrere delle tinte autunnali. La sua furia silenziosa nulla ha risparmiato nel corso della notte. Il languido ocra del fogliame è stato avvolto dalla brina. Così come i rami spogliati di vita, moltitudini di braccia protese verso un orizzonte sordo ai loro lamenti.
È una gelida mattina. Silenziosa. È la pace del tempo sospeso. Non c’è un prima né un dopo. L’aria è condensata in un presente che si ostina a non lasciar spazio ad un titubante futuro.
I pallidi raggi del sole mattutino rifrangono sulla distesa ghiacciata. E il riverbero si diffonde negli spazi tra quei rami. Riempiendo di tenue luce il vuoto lasciato dalla caducità.
È una gelida mattina. La quiete è interrotta dal ritmico incedere dell’andatura del ragazzo. Le sue mani affondano nelle tasche del giaccone come a cercare tra i giochi del tessuto un poco del tepore che ha lasciato dietro l’uscio di casa. Alle sue spalle si disegnano abbozzi di passi sul manto argentato di quel viale. Unici testimoni di un tempo che sembra non voler scorrere.
È una gelida mattina. Dove è diretto? Sembra chiedersi il cardellino nascosto su uno dei rami. I suoi occhi lo osservano incuriositi. Curvo nei pensieri imperscrutabili. Che cosa si sta lasciando alle spalle? È il dubbio che scivola via mentre piega lievemente il becco di lato.
È una gelida mattina. Tutto è fermo. Intrappolato dal glaciale abbraccio dell’inverno. Tutto, tranne quel ragazzo.
Ma all’improvviso un pensiero travolge il suo ipnotico procedere scevro di incertezze. Quel sentiero fatto di foglie e brina d’un tratto gli ha ricordato un tempo sepolto nella neve dell’oblio.
È una gelida mattina. Ma non più silenziosa. L’aria è riempita dalle risate gonfie di vita che solo l’infanzia possiede. Nello sguardo estatico del bambino è racchiusa tutta la spensieratezza del mondo. Trascina il braccio di chi gli è accanto. Prima di qua. E poi di là. Prima correndo impetuosamente verso una nuova scoperta. E poi, come se nulla fosse, fermandosi di colpo nell’innocente contemplazione. Come i passi di una danza che solo una madre e un figlio conoscono.
È una gelida mattina. Il ricordo è evaporato insieme ad un breve sospiro.
Si avvicinano gli ultimi alberi del viale. Fra poco la strada cambierà. Ma il ragazzo è cambiato molte strade fa. Tanto da non sapere neanche più se ricordi come quello li ha davvero vissuti.
È una gelida mattina. Tutto, di nuovo, tace. La neve ha iniziato a cadere. E non vi è più traccia di ciò che è passato.
Il cardellino ha trovato rifugio in un nido di rondine.
Che ne è stato di quel ragazzo e dei suoi sogni?